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Corte Costituzionale -
Sentenza n. 95 del 6/5/2016
Il divieto di corrispondere trattamenti economici sostitutivi delle
ferie non godute non opera qualora il lavoratore non abbia potuto
goderne per malattia o per altra causa a lui non imputabile. Secondo
la Consulta l’art. 5, c. 8, d.lgs. 95/2012, il quale vieta che si
possano corrispondere trattamenti economici sostitutivi di ferie,
riposi e permessi non goduti, si prefigge di reprimere il ricorso
incontrollato alla loro monetizzazione. Stante la ratio sottesa, la
previsione deve essere letta come non preclusiva del diritto del
dipendente di fruire dell’indennità per le ferie non godute per
causa a lui non imputabile.
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Corte Costituzionale - Sentenza n. 213 del 23/9/2016
Anche al convivente spettano i permessi per assistere persone con
handicap gravi. Con una pronuncia c.d. additiva, volta a colmare una
lacuna nella legislazione, la Corte costituzionale ha infatti
dichiarato incostituzionale la norma che prevede il diritto del
lavoratore dipendente di fruire di permessi per assistere coniuge,
parente o affine entro il secondo grado con handicap in situazione
di gravità, nella parte in cui non include, in alternativa, anche il
convivente tra gli aventi diritto ai permessi, in relazione agli
artt. 3, 2 e 32 Cost. Poiché la misura è volta a favorire
l’assistenza degli handicappati gravi in ambito “familiare”, a
tutela della salute psico-fisica di questi, sarebbe, secondo la
Corte, irragionevole e in contrasto col diritto dell'handicappato
escludere i conviventi (non solo more uxorio) dall’ambito dei
soggetti legittimati ai permessi.
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Corte Costituzionale -
Sentenza n. 214 del 3/10/2016
Tramonta definitivamente l’ipotesi di una vice-dirigenza nei
ministeri. La vice-dirigenza era stata prevista per il personale dei
ministeri da una legge dei primi anni 2000 e la sua concreta
attivazione, affidata alla contrattazione collettiva, dipendeva
dalla preventiva emanazione di atti di indirizzo del Ministero della
pubblica funzione all’ARAN, in realtà mai concretamente effettuata.
Ne è seguita una serie di vicende giudiziarie dirette a costringere
il Ministero ad attivarsi, fino a che il governo Monti abolì nel
2012 con legge la vice-dirigenza. Da qui la vertenza che ha dato
luogo alla remissione alla Corte costituzionale della questione di
costituzionalità di tale ultima legge, anche per violazione di norma
interposta, rappresentata dalla Convenzione europea dei diritti
dell’uomo, questione che la Corte ha ritenuto infondata.
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Corte di Cassazione-
Sezione Lavoro - Sentenza n. 19774 del 4/10/2016
Lavoro pubblico – Inidoneità assoluta del lavoratore dichiarata a
seguito di accertamento medico – Non comporta automaticamente il
licenziamento del lavoratore.
La Corte respinge il ricorso della regione Lombardia che aveva
dispensato dal servizio con effetto immediato un suo dipendente che
a seguito di accertamento medico era stato ritenuto inabile in modo
assoluto e permanente a qualsiasi lavoro. La Corte territoriale,
riformando la sentenza di primo grado, aveva accolto l’appello del
lavoratore disponendo la sua reintegrazione nel servizio. Contro
tale decisione la Regione propone ricorso per Cassazione. Gli
Ermellini, respingendo il ricorso, sottolineano che l’art. 55 octies
del d.lgs. n. 165/2001 prevede per il caso di permanente inidoneità
psicofisica del dipendente, che l’amministrazione può risolvere il
rapporto di lavoro, escludendo automatismi. Né può darsi una diversa
lettura riguardo a quanto stabilisce il d.p.r. n. 171/2011
contenente il regolamento di attuazione. Infatti, dicono i giudici,
anche a fronte di una inidoneità presentata come assoluta:
"l’amministrazione conserva il potere di esercitare o meno, senza
vincoli di automatismo, il potere che le è attribuito" e, nel suo
interesse dovrà quindi vagliare la regolarità del procedimento
attraverso il quale è stata fatta la valutazione medica, se le sue
conclusioni sono adeguatamente motivate, se permangono dubbi e non
sia quindi opportuno un ulteriore approfondimento. Cose che non
erano state fatte nel caso di specie nel quale era stata
automaticamente applicata la immediata sospensione dal servizio.
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Corte di Cassazione -
Sezione Lavoro - Sentenza n. 19778 del 4/10/2016
Lavoro pubblico – Riconoscimento di anzianità
La Corte accoglie il ricorso presentato da un’insegnante la quale
chiedeva che, nel momento del suo passaggio ad una scuola di grado
superiore, le fosse riconosciuta la anzianità da lei maturata nel
ruolo di docente di una scuola materna. A questo proposito la Corte
stabilisce il seguente principio: "Nel caso di passaggio dalla
scuola materna alla scuola secondaria, l’insegnante ha diritto al
riconoscimento integrale della anzianità maturata nel ruolo della
scuola materna".
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Corte di Cassazione -
Sezione Lavoro - Sentenza n. 20210 del 7/10/2016
Licenziamento disciplinare – Allontanamento dalla propria abitazione
durante il periodo di malattia – Non automatismo del licenziamento
per giusta causa – Valutazione da parte del giudice del principio di
proporzionalità
L’allontanamento dalla propria abitazione del lavoratore assente per
malattia non comporta automaticamente la violazione degli obblighi
di correttezza e buona fede ed è quindi meritevole della massima
sanzione espulsiva. Spetterà al giudice una valutazione dei fatti
con riguardo al principio di proporzionalità stabilito dall’art.
2016 cod. civ. Questo principio si ritiene valido sia per lavoro
privato che per quello pubblico.
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Corte di Cassazione -
Sezione Lavoro - Sentenza n. 20684 del 13/10/2016
Lavoro pubblico - Legge n. 104/1992 - Permessi per assistere parenti
affetti da handicap grave - Riconoscimento compensi incentivanti ex
art. 18 l.88/1989 - Sussiste.
La Corte respinge il ricorso presentato dall’Inps che riteneva non
spettanti i compensi incentivanti ad un dipendente che aveva fruito
dei citati permessi, in quanto, ad avviso dei giudici, la normativa
legale riconduce il pagamento di tali compensi alla valutazione e
verifica dei risultati conseguiti e affida alla contrattazione
decentrata, eventualmente, la definizione dei criteri della
corresponsione (nel caso di specie non sussistenti).
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Corte di Cassazione -
Sentenza n. 20321 del 10/10/2016
Anche se assolto perché il fatto non sussiste, al pubblico
dipendente sospeso dal servizio durante il processo penale, non
spetta la retribuzione per il periodo di carcerazione preventiva.
Secondo la Corte, infatti, il provvedimento di sospensione cautelare
è in questo caso necessitato dallo stato restrittivo della libertà
del dipendente ed è pertanto obbligatorio per la P.A., alla quale
non può pertanto far carico un’assenza dal lavoro che non dipende
dal comportamento o dall’iniziativa discrezionale di essa.
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Corte di cassazione,
Sentenza n. 20327 del 10/10/2016
Inapplicabile alle pubbliche Amministrazioni la regola della
responsabilità solidale del committente per le retribuzioni dovute
dall’appaltatore.
La Corte ribadisce il proprio orientamento in ordine
all’inapplicabilità alle pubbliche amministrazioni, anche prima del
2013, della regola secondo la quale, a norma dell’art. 29, secondo
comma D. Lgs. n. 276 del 2003, in caso di appalto di servizi, il
committente imprenditore è obbligato in solido con l’appaltatore per
le retribuzioni e i contributi da questi dovuti ai e per i propri
dipendenti.
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Corte di Cassazione -
Sentenza n. 21030 del 18/10/2016
E’ legittima l’assegnazione del pubblico dipendente a settori o
mansioni diverse per ragioni di incompatibilità ambientale.
La regola, già affermata in precedenza con riguardo a dipendenti
privati, è qui sostenuta per i dipendenti pubblici anche col
richiamo all’art. 97 Cost. con riferimento al caso di un comandante
della polizia municipale di un comune, trasferito, per ragioni
d’incompatibilità ambientale e a prescindere dalla rilevanza
disciplinare dei relativi fatti, in un diverso settore operativo.
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Corte di Cassazione -
Sentenza n. 21649 del 26/10/2016
Non è licenziabile il dipendente che denuncia all’azienda
comportamenti scorretti di un superiore, ove la denuncia sia
espressa in maniera corretta e civile, senza alterare la realtà. Nei
limiti indicati, di c.d. "continenza formale e di continenza
sostanziale", la denuncia rappresenta infatti il legittimo esercizio
del diritto di critica e non costituisce pertanto giusta causa di
licenziamento, anche se riguardi fatti penalmente rilevanti. La
Corte aggiunge che, in caso di licenziamento, costituisce onere
dell’impresa provare la natura incivile e pregiudizievole della
denuncia o il suo carattere mistificatorio.
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Corte di Cassazione -
Sentenza n. 22313 del 03/11/2016
Licenziamento - Ispezione - Materiale informatico assegnato ai
dipendenti - Cancellazione nel corso dell’attività ispettiva -
Condotta contraria ai principi di disciplina, dignità e moralità.
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Corte di Cassazione -
Sentenza n. 22318 del 03/11/2016
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, nella sentenza n. 22318/2016
ha stabilito che non spetta la pensione di reversibilità al
convivente more uxorio, poiché ciò non è previsto dall'attuale
sistema previdenziale.
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Corte di Cassazione - Sez.
Lavoro - Sentenza n. 21901 del 28/10/2016
L'assenza del lavoratore per infortunio, causato dalla mancata
predisposizione di adeguate misure di sicurezza da parte del datore
di lavoro, salvano il citato periodo di astensione dal lavoro ai
fini del calcolo del periodo di comporto. I giudici di Palazzo
Cavour, reintegrano il lavoratore pubblico nel posto di lavoro,
licenziato dalla PA per superamento del periodo di comporto, in
quanto all'interno del citato periodo erano state incluse anche le
assenze per infortunio dovute alla mancata predisposizione di misure
di sicurezza minima richieste dalla normativa. Il principio emanato
dalla Corte si inserisce nella valutazione del risarcimento del
danno, causato al dipendente da parte del datore di lavoro per la
sua omissione alle citate misure di sicurezza, e conferma che la
malattia conseguente ai danni a lui procurati per colpa del datore
di lavoro devono essere, deve essere espunta dal calcolo del periodo
massimo di comporto previsto dalla normativa.
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TAR Calabria – Catanzaro,
Sez. II - Sentenza n. 1983 del 20/10/2016
Il TAR ha ritenuto illegittima la delibera con la quale l’ Azienda
Sanitaria Provinciale di Cosenza, ha indetto una nuova procedura
concorsuale al fine di assumere nuove unità di personale per la
copertura di posti vacanti nella dotazione organica, nonostante la
vigenza di una graduatoria ancora valida ed efficace di un
precedente concorso ed omettendo l’indicazione delle motivazioni di
tale scelta.
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Tribunale di Palermo -
Ordinanza 23 marzo 2016
Provvedimento pubblicato nella G.U. del 19 ottobre 2016, n. 42
Previdenza - Trattamento pensionistico anticipato - Penalizzazione -
Esclusione, a decorrere dall'anno 2016, anche per i trattamenti
pensionistici anticipati già liquidati negli anni 2012-2014. - Legge
28 dicembre 2015, n. 208 ("Disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità
2016)"), art. 1, comma 299.
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