febbraio 2017 Newsletter dell'Aran Sicilia
 

28/02/2017

   
  Legislazione
Legge Regionale 26 gennaio 2017, n. 1
Modifiche alla legge regionale 12 luglio 2011, n. 12 e alla legge regionale 17 maggio 2016, n. 8 in materia di UREGA
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Legge Regionale 26 gennaio 2017, n. 2
Norme transitorie in materia di elezioni degli organi dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane
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  Giurisprudenza
Corte di Giustizia Europea - Sentenza 1/12/2016, in causa n. C-395/15
La nozione di disabilità per le norme protettive e antidiscriminatorie dell’Unione.
E’ noto che una serie di norme comunitarie, anche di derivazione da una convenzione ONU, garantiscono ai disabili parità di diritti e di libertà fondamentali e vietano pratiche discriminatorie, in particolare nel lavoro, basate sulla disabilità. Il concetto di disabilità è riferito a menomazioni “durature”. In un giudizio, in Spagna, d’impugnazione del licenziamento di un dipendente affetto, a seguito di infortunio, da inabilità temporanea ma di durata incerta, si era posto il problema se una tale situazione fosse riconducibile a quella di una menomazione duratura e quindi se il licenziamento da essa causato dovesse o non ritenersi discriminatorio secondo il diritto comunitario. In proposito, la Corte di giustizia, alla quale era stato rimesso il relativo quesito interpretativo, ha escluso che tale situazione sia di per sé tutelabile con la disciplina antidiscriminatoria, ritenendo necessario che essa possa qualificarsi almeno di lunga durata; ha pertanto rimesso al giudice nazionale il compito di accertare in concreto, sulla base di elementi obbiettivi, se, al momento del fatto dedotto come discriminatorio, le prospettive fossero di superamento della menomazione in un breve periodo oppure di rilevante protrazione della stessa nel tempo.
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Corte di Giustizia Europea, Sez. I - Sentenza n. 419/15 dell' 11/01/2017
Informatica giuridica e diritto dell'informatica. Internet
Per quanto riguarda le banche dati elettroniche, la distinzione tra un documento esistente e un documento nuovo va operata sulla base di un criterio adeguato alle specificità tecniche di tali banche e conforme allo scopo del regolamento n. 1049/2001, il quale mira, a «garantire l'accesso più ampio possibile» ai documenti. Devono essere qualificate come documento esistente tutte le informazioni che possono essere estratte da una banca dati elettronica nell'ambito del suo uso corrente mediante strumenti di ricerca preprogrammati, anche se tali informazioni non sono ancora state presentate in tale forma o non hanno mai formato l'oggetto di una ricerca da parte degli agenti delle istituzioni. Una banca dati elettronica è idonea a consentire l'estrazione di ogni informazione in essa contenuta. Tuttavia, la possibilità di creare un documento a partire da una banca dati siffatta non consente di dedurne che tale documento sia qualificato come esistente ai sensi del regolamento n. 1049/2001. Infatti il diritto di accesso ai documenti delle istituzioni riguarda solamente i documenti esistenti e di cui l'istituzione interessata è in possesso e che il regolamento n. 1049/2001 non può essere invocato al fine di obbligare un'istituzione a creare un documento che non esiste. Ne consegue che una domanda di accesso che porti la Commissione a creare un nuovo documento, anche sulla base di elementi già contenuti in documenti esistenti e da essa detenuti, esula dall'ambito del regolamento n. 1049/2001.
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Corte Costituzionale - Sentenza n. 15 del 24/01/2017
in tema di impiego pubblico, riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni.
La Corte nel dispositivo  dichiara l'illegittimita' costituzionale dell'art. 2,  comma  20, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con  modificazioni,  dall'art.  1,comma 1, della legge 7 agosto  2012,  n.  135,  nella  parte  in  cui prevede che all'esito del  processo  di  cui  al  primo  periodo  del medesimo comma 20, e comunque non oltre il 1° novembre 2012,  cessano tutti gli incarichi in corso a quella data, di prima e seconda fascia conferiti ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme  generali  sull'ordinamento  del  lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche).
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Corte Costituzionale - Sentenza n. 37 del 15/02/2017
La Corte si pronuncia in tema di Istruzione e formazione professionale nel giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 14 della legge della Regione siciliana 6 marzo 1976, n.   24   (Addestramento professionale dei lavoratori), promosso dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana.
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Corte di Cassazione - Sentenza n. 284 del 10/01/2017
L’invio di un certificato medico di malattia durante l’assenza dal lavoro per ferie immuta il titolo dell’assenza.
L’affermazione della Corte (nuova, a quanto risulta) secondo cui la trasmissione di un certificato medico durante le ferie vale quale richiesta di modifica del titolo dell’assenza, è espressa nel quadro di una controversia più complessa, relativa alla legittimità di un licenziamento per superamento del periodo di comporto per malattia. Nella motivazione, la Corte ha altresì modo di ribadire che un tale tipo di licenziamento non ha natura soggettiva e non comporta pertanto la necessità per l’impresa di specificazione dei giorni di effettiva assenza per malattia. La Corte ha infine accolto il ricorso, rilevando che la società non avrebbe potuto computare come assenze [per malattia] le giornate in cui il dipendente si era sottoposto a trattamenti di emodialisi nel pomeriggio, dopo avere svolto nella mattinata le sue ordinarie prestazioni part time.
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Corte di Cassazione - Sentenza n. 2011 del 26/01/2017 
Ancora sul demansionamento nel pubblico impiego.
Trasferito dalla responsabilità di un settore a quella di un altro, ritenuto di minore importanza, il dipendente di un Comune aveva invocato la tutela di cui all’art. 2103 cod. civ., che garantisce l’equivalenza sostanziale delle mansioni in caso di mutamento. I giudici rigettano le domande, in ragione del fatto che ambedue le posizioni organizzative erano inquadrate dal C.C.N.L. nella medesima qualifica. In proposito, la Corte ribadisce che al pubblico impiego contrattualizzato è applicabile la diversa disciplina di cui all’art. 52 del D. Lgs. n. 165 del 2001, che consente l’incondizionato mutamento di mansioni all’interno della medesima qualifica, come individuata dalla contrattazione collettiva, anche indipendentemente dal rispetto del bagaglio professionale acquisito nella precedente fase del rapporto di lavoro e senza che ciò possa essere sindacato dal giudice (salvo il diverso caso di un vero e proprio svuotamento delle mansioni).
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Corte di Cassazione, Sez. Lavoro - Sentenza n. 2510 del 31/01/2017
Un caso di legittimo esercizio dello spoils system.
Ricordando le numerose pronunce della Corte costituzionale che hanno dichiarato illegittime quelle norme che prevedono l’automatica decadenza di incarichi dirigenziali per cause estranee alle vicende del singolo rapporto di lavoro, salvo il caso di posizioni di vertice dell’amministrazione pubblica di stretta collaborazione col potere politico, la Cassazione valuta legittimo l’esercizio dello spoils system da parte della Giunta regionale della Calabria, a seguito di nuove elezioni, nei confronti dei direttori generali dei compartimenti, costituenti strutture di vertice dell’amministrazione regionale, di diretta collaborazione col potere politico.
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Corte di Cassazione – Sentenza n. 2972 del 03/02/2017 
La Corte d’Appello di Venezia, con sentenza n. 758/2009, aveva giudicato legittima la revoca della posizione dirigenziale del dipendente di ruolo della Provincia di Vicenza prima della sua naturale scadenza a fronte di atti di riorganizzazione amministrativa. Di diverso avviso la Suprema Corte, la quale evidenzia come l'istituto della revoca anticipata, ai fini della salvaguardia dei principi costituzionali di buon andamento ed imparzialità dell'Amministrazione, deve essere adottato con un atto formale, motivato in modo esplicito, ed infine, le ragioni organizzative, per costituire legittimo fondamento della revoca anticipata dell'incarico dirigenziale, devono attenere al settore cui è preposto il dirigente. In mancanza dei citati presupposti la revoca anticipata degli incarichi dirigenziali è da considerarsi illegittima.
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Corte di Cassazione - Sentenza n. 3630 del 10/02/2017
Licenziamento per giusta causa - Assenza dal lavoro - Malattia - Svolgimento di altra attività lavorativa - Lesione del vincolo fiduciario
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Corte di Cassazione - Sentenza n. 3733 del 13/02/2017
Con la sentenza numero 3733/2017  la Corte ha sancito che la sanzione espulsiva rappresenta una conseguenza esagerata rispetto alla violazione del divieto di fumare e incoerente con le previsioni contrattuali collettive che giustificano il licenziamento disciplinare. Va confermata, pertanto, la reintegra del dipendente nel posto di lavoro e la condanna della società datrice di lavoro al risarcimento del danno commisurato alle retribuzioni globali di fatto maturate dal giorno del licenziamento sino al soddisfo
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Corte di Cassazione - Sentenza n. 4015 del 15/02/2017
Ancora sulle finalità del licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
Con la sentenza in commento, sembra consolidarsi il recente orientamento della Corte, secondo il quale necessario presupposto di un licenziamento per ragioni oggettive non è la presenza di un andamento economico negativo dell’impresa, ben potendo il licenziamento perseguire l’obiettivo di una migliore efficienza gestionale ovvero un incremento della produttività dell’impresa. Sarebbe viceversa necessario e sufficiente che la divisata riorganizzazione sia effettiva, che la stessa si ricolleghi alla ragione dichiarata dall’impresa e che il licenziamento si ponga in termini di riferibilità e coerenza rispetto all’operata ristrutturazione.
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Corte di Cassazione - Sentenza n. 4120 del 16/02/2017
Alle sanzioni disciplinari è applicabile la disciplina sanzionatoria a quel tempo vigente, anche se successiva alla condotta censurata.
L’affermazione di principio, nella sua assolutezza, è sorprendente. La Corte ha infatti sempre affermato che (ad eccezione delle inadempienze del lavoratore costituenti reato o contrastanti con la coscienza sociale) il dipendente deve essere per legge preventivamente informato, tramite pubblicazione del codice disciplinare, dell’ambito e dei limiti della rilevanza e gravità degli illeciti (ad. es., da ultimo, Cass. n. 54 del 2017) e quindi anche del tipo di sanzione per essi prevista. Nel caso esaminato, peraltro, la Corte valuta corretta l’applicazione di una sanzione conservativa prevista da una normativa vigente in quel momento ad una condotta inadempiente che, secondo la normativa applicabile al momento dell’inadempimento, avrebbe comportato il licenziamento disciplinare. Sicché sarebbe stato semplice giustificare la pronuncia con l’applicazione della regola della prevalenza della disciplina successiva più favorevole, in parallelo con quanto previsto in materia penale.
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TAR Campania Sez. IV - Sentenza 366 del 16/01/2017
Il TAR Campania Sez. IV, con la sentenza n. 366, si è pronunciato sulla legittimità di un nuovo concorso in presenza della graduatoria di un precedente concorso ancora valida ed efficace. I giudici del TAR , richiamando un orientamento giurisprudenziale consolidato, hanno affermato che “è illegittimo, per difetto di motivazione, il provvedimento con il quale la P.A., nonostante l’esistenza di una graduatoria ancora valida di una precedente procedura concorsuale, ha bandito un concorso pubblico per titoli ed esami per l’assunzione di personale con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato; infatti, a fronte di una graduatoria valida, l’Amministrazione è tenuta ad esternare e a rendere comprensibili le ragioni che la inducano ad optare per l’una o l’altra forma di reclutamento”.
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TAR Veneto, Sez. I - Sentenza n. 144 del 9/02/2017
I giudici del TAR si sono pronunciati sull’impiego del c.d. “soccorso istruttorio” a rettifica di domande di partecipazione ad un concorso errate o insufficienti, affermando che “Ai sensi dell’art. 6, comma 1, lett. b), della l. n. 241/1990 e dell’art. 71, comma 3, del d.P.R. n. 445/2000, la P.A. deve concedere il soccorso istruttorio volto alla rettifica di dichiarazioni o istanze erronee o incomplete, salvo che costituiscano falsità, qualora il modulo per la partecipazione al concorso pubblico rappresenti l’unica forma possibile di presentazione della domanda”.
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  Varie
Autorità Nazionale Anticorruzione - Delibera n. 1 dell'11/01/2017
E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 26 del 1° febbraio 2017 la Delibera ANAC n. 1 dell’11 gennaio 2017 recante “Indicazioni operative per un corretto perfezionamento del CIG”. Dalla delibera si evince che le stazioni appaltanti che intendono avviare una procedura di selezione del contraente sono tenute ad acquisire il relativo CIG, per il tramite del RUP, anche in modalità Smart, in un momento antecedente all’indizione della procedura di gara.
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Garante privacy - Nota n. 424 del 17/02/2017
Lavoro: vietati i controlli indiscriminati su e-mail e smartphone aziendali - Telemarketing: no all'uso dei numeri di telefono "pescati" in rete - Consoli onorari e passaporto elettronico a prova di privacy
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Inps
Cambia l'importo dell'assegno di accompagnamento: la somma erogata dall'Inps per quest'anno è di euro 533,22 mensili. L'importo di tale assegno, che è previsto dalla legge numero 222/1984, è stato aggiornato al fine di renderlo coerente con il costo della vita.

Dipartimento della Funzione Pubblica
Direttiva del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione in materia di comportamenti e atti delle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, d. lgs. n. 165/2001 ostativi all’allattamento”
La ministra Marianna Madia ha emanato una direttiva, rivolta a tutte le pubbliche amministrazioni, affinché assumano azioni positive, comportamenti collaborativi o comunque non ostacolino le esigenze di allattamento. L’allattamento è un diritto fondamentale dei bambini e le madri devono essere sostenute nella realizzazione del desiderio di allattare. Tale diritto è riconosciuto dalla legislazione comunitaria e nazionale. La direttiva 2006/141/CE richiama il principio della promozione e della protezione dell’allattamento al seno e la necessità di non scoraggiare la stessa pratica.
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