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Comunicato
stampa del Consiglio dei Ministri n. 24, 23 Gennaio 2020
Taglio del cuneo fiscale
Misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro
dipendente (decreto-legge)
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che
introduce misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale
sul lavoro dipendente. Il decreto, in attuazione della legge di
bilancio per il 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160) che ha
stanziato 3 miliardi di euro per il 2020 per la riduzione del cuneo
fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, interviene per
rideterminare l’importo ed estendere la platea dei percettori
dell’attuale “bonus Irpef”. Dal 1° luglio 2020, il bonus di 80 euro
aumenta quindi a 100 euro mensili per chi ha un reddito annuo fino a
26.600 euro lordi. Coloro che percepiscono un reddito da 26.600 euro
a 28.000 euro, beneficeranno per la prima volta di un incremento di
100 euro al mese in busta paga. Per i redditi a partire da 28.000
euro, si introduce invece una detrazione fiscale equivalente che
decresce fino ad arrivare al valore di 80 euro in corrispondenza di
un reddito di 35.000 euro lordi. Oltre questa soglia, l’importo del
beneficio continua a decrescere fino ad azzerarsi al raggiungimento
dei 40.000 euro di reddito. In questo modo, la platea dei
beneficiari passa da 11,7 a 16 milioni di lavoratori.
D.L. 30
dicembre 2019, n. 162
Pubblicato nella Gazz. Uff. 31 dicembre 2019, n. 305.
Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi,
di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di
innovazione tecnologica.
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Legge 9
gennaio 2019, n. 3
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 13 del 16 gennaio 2019 è stata
pubblicata la Legge anticorruzione intitolata “Misure per il
contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in
materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei
partiti e movimenti politici”
Il testo della legge, che il Governo ha presentato come "Spazzacorrotti",
consta di un unico articolo composto da 30 commi. Tre sono i temi
interessati dalla riforma:
1) lotta alla corruzione della Pa
2)riforma della prescrizione
3) trasparenza di partiti e movimenti politici e relativi
finanziamenti
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L.R. 24
gennaio 2020, n. 1
Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione
per l’esercizio finanziario 2020
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Corte di
Cassazione Civ., Sez. lavoro - Ordinanza n. 113/2020
Ingiuria e diffamazione - Lavoro subordinato in genere
In tema di rapporto di lavoro subordinato, l'esercizio del diritto
di critica del lavoratore nei confronti del datore di lavoro è
legittimo se limitato a difendere la propria posizione soggettiva,
nel rispetto della verità oggettiva, con modalità e termini inidonei
a ledere il decoro del datore di lavoro o del superiore gerarchico e
a determinare un pregiudizio per l'impresa, rilevando i limiti della
continenza sostanziale e formale, superati i quali la condotta
assume carattere diffamatorio.
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Consiglio
di Stato, Sez. III - Ordinanza n. 8501/2019
Rapporti tra diritto di accesso ordinario e accesso civico
nel settore dei contratti pubblici
L'ordinanza in esame affronta, in modo organico, le problematiche
attinenti all'istituto dell'accesso ai documenti amministrativi, con
particolare riferimento ai rapporti tra le due categorie di accesso,
ovvero quello ordinario disciplinato dalla L. n. 241/1990 e quello
civico introdotto dal D.Lgs. n. 33/2013, il tutto in relazione ad
una fattispecie relativa ad una procedura di appalto, a sua volta
disciplinato da una previsione settoriale sull'accesso ai documenti,
vale a dire l'art. 53, D.Lgs. n. 50/2016. Il caso trae origine da
un'istanza proposta da una società all'ASL Toscana Centro volta ad
ottenere l'accesso ai documenti riguardanti l'esecuzione di un
servizio in appalto. A supporto della richiesta di accesso,
l'istante esponeva di essere titolare di un interesse specifico,
qualificato e differenziato, in quanto aveva partecipato alla gara
per l'affidamento del servizio in questione. L'istanza di accesso si
basava su uno specifico interesse qualificato riconducibile
all'accesso ordinario di cui alla L. n. 241/1990, senza alcun
riferimento all'accesso civico di cui al D.Lgs. n. 33/2013. (Cons.
Stato, Sez. III, ordinanza, 16 dicembre 2019, n. 8501). Il Consiglio
di Stato (Sezione Terza), non si pronuncia definitivamente e dispone
il deferimento dell’appello all'Adunanza plenaria del Consiglio di
Stato, per la risoluzione della complessa questione. I nodi da
sciogliere sono diversi: in quanto in presenza di un’istanza di
accesso ai documenti espressamente motivata con esclusivo
riferimento alla disciplina generale di cui alla legge n. 241/1990,
o ai suoi elementi sostanziali, l’amministrazione, una volta
accertata la carenza del necessario presupposto legittimante della
titolarità di un interesse differenziato in capo al richiedente, ai
sensi dell’art. 22 della legge n. 241/1990, sia comunque tenuta ad
accogliere la richiesta, qualora sussistano le condizioni
dell’accesso civico generalizzato di cui al decreto legislativo n.
33/2013; se, di conseguenza, il giudice, in sede di esame del
ricorso avverso il diniego di una istanza di accesso motivata con
riferimento alla disciplina ordinaria di cui alla legge n. 241/1990
o ai suoi presupposti sostanziali, abbia il potere-dovere di
accertare la sussistenza del diritto del richiedente, secondo i più
ampi parametri di legittimazione attiva stabiliti dalla disciplina
dell’accesso civico generalizzato. La decisione spetterà al
Consiglio di Stato in Adunanza plenaria.
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Corte dei
conti, Sezione giurisdizionale Regione Sicilia - Sentenza n.958/2019
Enti locali - Conferimento incarichi esperti estranei
amministrazione - Danno erariale
La Corte interviene in merito agli incarichi di consulenza affidati
ad esterni all’amministrazione per attività che rientrano nelle
competenze proprie degli organi degli Enti individuando nella
fattispecie un’ipotesi di danno erariale, in coerenza con la
giurisprudenza contabile, che “non ha mai posto in dubbio la
illegittimità del conferimento dell’incarico di esperto del sindaco
in mancanza di una concreta individuazione da parte del sindaco
conferente delle azioni affidate e dell’utilità che deve derivare
dalla prestazione ovvero quando l’incarico afferisca a materie
rientranti nelle competenze gestionali o delle strutture
amministrative interne dell’ente o quale strumento elusivo rispetto
al ricorso a procedure concorsuali e delle ordinarie di reclutamento
dei dipendenti di ruolo” (sez. riunite reg. Sicilia 72/2011; pareri
n. 95 del 2012 e n. 19 del 2013, n. 33 del 2014; ancora di recente
il parere n. 55/2019).
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Ministero
della PA - Circolare 30 dicembre 2019, n. 2
Piano della performance ciclo 2020-2022
Il Ministero della PA definisce gli indicatori comuni relativi alle
funzioni di supporto svolte dalle pubbliche amministrazioni
La circolare 30 dicembre 2019, n. 2, emessa dal Ministro della
pubblica amministrazione, ha definito, dopo ampia sperimentazione
nel perimetro di competenza del Dipartimento della Funzione
Pubblica, la selezione di quindici indicatori comuni utili a
monitorare l'andamento delle c.d. attività di supporto tipicamente
svolte da tutte le amministrazioni. L'ambito di applicazione degli
indicatori investe le seguenti attività di supporto:
a) gestione delle risorse umane;
b) gestione degli approvvigionamenti e degli immobili;
c) gestione delle risorse informatiche e digitalizzazione;
d) gestione della comunicazione e della trasparenza.
Precisa la circolare, come le amministrazioni possono utilizzarli,
in tutto o in parte, all'interno del Piano della performance già a
decorrere dal ciclo 2020-2022, essendo gli indicatori proposti
particolarmente utili ai fini della misurazione di alcune dimensioni
rilevanti della performance organizzativa complessiva delle
amministrazioni pubbliche.
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Corruzione
in Italia: il Transparency International e la sua classifica
L’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2019 classifica
l’Italia al 51° posto nel mondo con un punteggio di 53/100. In
pratica il nostro Paese guadagna appena un voto in più rispetto alla
scorsa edizione, lasciando la sufficienza ancora lontana e molti
problemi strutturali irrisolti. La criminalità organizzata ancora
spadroneggia nel nostro Paese, preferendo spesso l’arma della
corruzione che oggi ha assunto forme nuove, sempre più difficili da
identificare e contrastare efficacemente.
Dominano la classifica Danimarca e Nuova Zelanda come già l’anno
scorso. In Europa oltre alla Danimarca fanno bella figura anche
Finlandia e Svezia, mentre Bulgaria, Romania e Ungheria occupano le
ultime tre posizioni della classifica continentale.
A livello globale spiccano la caduta di Canada (-4 punti), Francia e
Regno Unito (-3) mentre colpiscono in positivo la Spagna (+4) e la
Grecia (+3). Tra i Paesi del G20 rimangono stabili Germania e Russia
(rispettivamente con un voto di 80 e di 28 come nel 2018) mentre
perdono due punti gli USA (69 contro i 71 precedenti).
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Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali - Comunicato 15 gennaio 2020
Nasce la "community" delle Consigliere e dei Consiglieri di Parità
Da oggi, 15 gennaio, è online la piattaforma dedicata alle attività
di promozione e controllo dell'attuazione dei principi di
uguaglianza di opportunità e di non discriminazione tra uomini e
donne nel mondo del lavoro, poste in essere dalle Consigliere e i
Consiglieri di Parità.
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di accrescere l'efficacia delle
loro azioni e fare rete; condividere le informazioni; confrontarsi
sugli eventi programmati o da calendarizzare e sulle esperienze
personali e buone prassi; coordinare le attività svolte su tutto il
territorio nazionale. Inoltre sarà possibile discutere e
confrontarsi utilizzando una nuova leva comunicativa: un servizio
tutto nuovo di messaggistica istantanea che supera i tradizionali
mezzi di comunicazione. L’accesso alla "community" è reso possibile
da una procedura di login, riservata ai soli utenti autorizzati.
Garante per
la protezione dei dati personali
Lavoro: è illecito mantenere attivo l’account di posta
dell’ex dipendente
Dopo la cessazione del rapporto di lavoro la società aveva avuto
anche accesso alle email.
Commette un illecito la società che mantiene attivo l’account di
posta aziendale di un dipendente dopo l’interruzione del rapporto di
lavoro e accede alle mail contenute nella sua casella di posta
elettronica. La protezione della vita privata si estende anche
all’ambito lavorativo.
Questi i principi ribaditi dal Garante per la privacy nel definire
il reclamo di un dipendente che lamentava la violazione della
disciplina sulla protezione dei dati da parte della società presso
la quale aveva lavorato.
L’ex dipendente contestava, in particolare, alla società la mancata
disattivazione della email aziendale e l’accesso ai messaggi
ricevuti sul suo account. L’interessato era venuto a conoscenza di
questi fatti per caso, nel corso di un giudizio davanti al giudice
del lavoro promosso nei suoi confronti dalla sua ex azienda, avendo
quest’ultima depositato agli atti una email giunta sulla sua casella
di posta un anno dopo la cessazione dal servizio.
Dagli accertamenti svolti dall’Autorità è emerso che l’account di
posta era rimasto attivo per oltre un anno e mezzo dopo la
conclusone del rapporto di lavoro prima della sua eliminazione,
avvenuta solo dopo la diffida presentata dal lavoratore. In questo
periodo la società aveva avuto accesso alle comunicazioni che vi
erano pervenute, alcune anche estranee all’attività lavorativa del
dipendente.
Il Garante ha ritenuto illecite le modalità adottate dalla società
perché non conformi ai principi sulla protezione dei dati, che
impongono al datore di lavoro la tutela della riservatezza anche
dell’ex lavoratore. Subito dopo la cessazione del rapporto di
lavoro, un’azienda deve infatti rimuovere gli account di posta
elettronica riconducibili a un dipendente, adottare sistemi
automatici con indirizzi alternativi a chi contatta la casella di
posta e introdurre accorgimenti tecnici per impedire la
visualizzazione dei messaggi in arrivo.
L’adozione di tali misure tecnologiche - ha spiegato il Garante -
consente di contemperare l’interesse del datore di lavoro di
accedere alle informazioni necessarie alla gestione della propria
attività con la legittima aspettativa di riservatezza sulla
corrispondenza da parte di dipendenti/collaboratori oltre che di
terzi. Lo scambio di email con altri dipendenti o con persone
esterne all’azienda consente infatti di conoscere informazioni
personali relative al lavoratore, anche solamente dalla
visualizzazione dei dati esterni delle comunicazioni (data, ora
oggetto, nominativi di mittenti e destinatari).
Oltre a dichiarare l’illecito trattamento, il Garante ha quindi
ammonito la società a conformare i trattamenti effettuati sugli
account di posta elettronica aziendale dopo la cessazione del
rapporto di lavoro alle disposizioni e ai principi sulla protezione
dei dati ed ha disposto l’iscrizione del provvedimento nel registro
interno delle violazioni istituito presso l’Autorità. Tale
iscrizione costituisce un precedente per la valutazione di eventuali
future violazioni. |
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Giorno
della Memoria,
le iniziative della Regione nei luoghi della cultura
Proseguono oltre il 27 Gennaio, le iniziative della Regione
siciliana dedicate alla Shoah, non solo per ricordare, ma anche per
tenere alta la guardia, per contrastare la rinascita di pseudo
culture che incitano all’odio e alla violenza. Ricordiamo sempre i
principi di uguaglianza e solidarietà cui si ispira la nostra
Costituzione, che afferma come i diritti fondamentali “spettano ai
singoli non in quanto partecipi di una determinata comunità
politica, ma in quanto esseri umani”. |